Gli USA cambiano rotta: l’avvertimento di Crosetto e il ruolo sempre più fragile dell’Europa”
Negli ultimi anni lo scacchiere geopolitico internazionale è cambiato con una velocità impressionante. Il ritorno di Donald Trump sulla scena politica americana, unito alla nuova Strategia di sicurezza nazionale pubblicata dalla Casa Bianca, ha reso evidente un processo che da tempo si percepiva sotto traccia: gli Stati Uniti stanno ridefinendo le loro priorità, e l’Europa non è più al centro dei loro pensieri.
A dirlo non è un osservatore qualsiasi, ma il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, che in un lungo commento pubblico ha spiegato come la posizione americana sia ormai orientata quasi esclusivamente alla competizione con la Cina. Da qui nasce un interrogativo inevitabile: quale ruolo resta per l’Europa? E, di riflesso, per l’Italia?
Il suo intervento non è solo un’analisi, ma un invito a leggere il mondo senza illusioni, riconoscendo che lo scenario globale è entrato in una fase di trasformazione profonda.
Il documento che ridefinisce le priorità degli USA
La recente Strategia di sicurezza nazionale diffusa dalla Casa Bianca è un testo chiaro nei concetti e deciso nella direzione. Gli Stati Uniti desiderano rafforzarsi per affrontare la sfida con la Cina, una sfida che non riguarda soltanto l’economia o la tecnologia, ma la leadership globale nei prossimi decenni.
All’interno del documento, lo spazio dedicato all’Europa è sorprendentemente ridotto. Non perché i rapporti siano compromessi, ma perché Washington non considera più il vecchio continente un pilastro fondamentale del proprio futuro strategico.
L’effetto Trump: parole dure, ma un percorso già avviato
Donald Trump, come spesso accade, ha espresso questa posizione senza filtri. Ma Crosetto chiarisce che l’ex presidente non ha cambiato il corso della politica americana: lo ha semplicemente accelerato.
Gli Stati Uniti stanno vivendo una competizione complessa e serrata con Pechino. In quest’ottica, ogni decisione – dal commercio alla sicurezza, fino all’intelligence – viene letta attraverso un’unica lente. Un’ottica che vede l’Europa come un alleato meno decisivo rispetto al passato.
L’Europa vista dagli Stati Uniti: un continente in declino?
Innovazione, tecnologia e potenza militare: dove l’UE non convince Washington
Dal punto di vista americano, l’Europa soffre almeno quattro grandi limiti:
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non possiede risorse naturali di peso strategico;
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fatica a tenere il passo nell’innovazione tecnologica;
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non dispone di una forza militare realmente autonoma;
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appare frenata da burocrazia e processi decisionali lenti.
Di fronte a un mondo che corre, questa combinazione rischia di rendere l’Europa un partner poco competitivo.
Perché l’Europa non è più centrale nella sfida USA-Cina
Agli occhi di Washington, il confronto con la Cina è l’unica priorità che conta davvero. In questa cornice, l’Europa appare piccola, lenta e “vecchia” rispetto ai nuovi protagonisti del globo. È una percezione dura, ma condivisa da molti esponenti politici americani, soprattutto nell’area repubblicana.
L’analisi di Crosetto: un’Europa disorientata in un mondo che corre
La fine dell’ombrello americano
Per decenni gli Stati Uniti hanno offerto all’Europa una protezione quasi totale sul piano della sicurezza, della difesa e della deterrenza. Un ombrello che permetteva ai Paesi europei di concentrarsi sul proprio sviluppo interno senza investire in maniera significativa nelle proprie capacità militari.
Crosetto sostiene che quella stagione è finita. O, quantomeno, si sta chiudendo rapidamente. E l’Italia, come molte altre nazioni europee, dovrà iniziare a fare i conti con un mondo molto più esigente.
L’Italia tra nuove alleanze e diplomazia discreta
Con una certa lungimiranza, il governo italiano ha già iniziato a stringere rapporti bilaterali con Paesi strategicamente rilevanti:
Non si tratta di scelte casuali. In un’epoca di forte instabilità globale, Roma sta cercando di garantire approvvigionamenti energetici, sicurezza economica e nuove rotte diplomatiche che possano diventare indispensabili nei prossimi anni.
L’Unione Europea tra burocrazia e lentezza
Nello stesso tempo, Crosetto riconosce che l’Italia ha provato a dare un impulso positivo all’Unione Europea, che negli ultimi anni sembra aver perso contatto con le nuove traiettorie del mondo. Tuttavia, la resistenza interna dell’apparato europeo – spesso pesante, lento e avverso ai cambiamenti – rende difficile qualsiasi trasformazione immediata.
L’Europa come ultima occasione: unire le forze o scomparire
La sfida degli investimenti tecnologici
Il futuro dell’Europa passa anche dalla capacità di recuperare terreno in ambiti fondamentali come l’intelligenza artificiale, la ricerca scientifica, la tecnologia militare, l’industria energetica. Ma Crosetto avverte: gli investimenti necessari sono così grandi che nessuno Stato europeo potrebbe sostenerli da solo.
Solo uno sforzo collettivo può evitare che il divario con le superpotenze diventi incolmabile.
Una difesa comune per contare davvero
Lo stesso discorso vale per la difesa. Un’Europa unita militarmente sarebbe più forte, più autonoma e più efficiente. Paradossalmente, costerebbe anche meno ai singoli Paesi. Ma senza un cambio di mentalità – e senza la volontà di superare gli egoismi nazionali – questo passo rischia di rimanere un sogno incompiuto.
La situazione internazionale assomiglia sempre più a una tempesta in mare aperto. Le correnti cambiano, le potenze si confrontano, e nessuno – nemmeno i colossi mondiali – ha il pieno controllo degli eventi. In questo scenario, il messaggio di Crosetto è un invito a guardare la realtà negli occhi.
Gli Stati Uniti non garantiranno per sempre la sicurezza europea. La sfida con la Cina sta ridefinendo gli equilibri del pianeta, e chi non si adatterà rischia di essere travolto.
Per l’Europa e per l’Italia è il momento delle scelte: investire, innovare, collaborare e prepararsi a un mondo in cui il futuro non sarà più consegnato, ma conquistato.
