Dazi Trump dichiarati illegittimi: la giustizia federale blocca le tariffe

 

La Corte del Commercio ferma Trump: i dazi sono illegittimi

Un colpo deciso alla politica commerciale dell’ex presidente Donald Trump arriva da New York, dove una corte federale ha bloccato gran parte dei dazi imposti durante il suo mandato. Il Tribunale del Commercio Internazionale, composto da una giuria di tre giudici, ha stabilito che l’uso dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) per giustificare l'imposizione di tariffe doganali non trova fondamento giuridico.

Dazi Trump dichiarati illegittimi: la giustizia federale blocca le tariffe


Questa legge del 1977, mai utilizzata prima d’ora per misure tariffarie, viene dunque ritenuta non idonea a giustificare un’emergenza economica di tale portata.

Quali dazi vengono bloccati?

La sentenza riguarda diversi dazi imposti unilateralmente da Trump:

  • Tariffa universale del 10%, lanciata simbolicamente il 2 aprile nel cosiddetto “Giorno della Liberazione”.

  • Dazi reciprocamente maggiorati, imposti a circa 60 paesi e successivamente sospesi.

  • Tariffe anti-fentanyl, nate per frenare l’importazione della sostanza stupefacente.

  • Dazi del 30% sui beni cinesi, parte della guerra commerciale USA-Cina.

  • Tariffe del 25% su importazioni dal Messico e dal Canada.

Restano invece in vigore i dazi già coperti dalla Sezione 232 del Trade Expansion Act, tra cui quelli su acciaio, alluminio, automobili e componenti auto.

Il giudizio dei magistrati: nessuna "minaccia straordinaria"

Alla base della decisione giudiziaria c’è un concetto fondamentale: l'assenza di una minaccia insolita e straordinaria, presupposto richiesto dalla legge IEEPA per consentire al presidente di agire senza passare dal Congresso.

Secondo il tribunale, il semplice deficit commerciale degli Stati Uniti, invocato da Trump come giustificazione dell’emergenza, non può essere considerato una situazione eccezionale. Soprattutto perché si tratta di una condizione cronica: gli USA registrano un saldo commerciale negativo da quasi mezzo secolo.

Una "ingiunzione permanente" contro le tariffe

I giudici hanno emesso una ingiunzione permanente, invitando l’amministrazione a prendere provvedimenti entro dieci giorni per rendere operativa la decisione. Se confermata, la maggior parte dei dazi verrebbe sospesa, con impatti significativi sugli accordi commerciali internazionali.

La sentenza rappresenta un precedente importante e potrebbe influenzare le future politiche tariffarie, obbligando qualsiasi presidente a passare per il Congresso prima di imporre misure simili.

Casa Bianca all’attacco: “Non spetta a giudici non eletti decidere”

Non si è fatta attendere la reazione della Casa Bianca, che ha criticato duramente la sentenza. In una dichiarazione ufficiale, il portavoce Kush Desai ha affermato:

“Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare un’emergenza nazionale. Questo è il ruolo dell’esecutivo”.

Una linea dura che ribadisce la volontà dell’amministrazione Trump di usare ogni mezzo per difendere le proprie scelte economiche.

Scatta il ricorso: si va verso la Corte Suprema?

La Casa Bianca ha già presentato appello contro la sentenza, aprendo la strada a un potenziale scontro istituzionale di enorme rilevanza. Il caso potrebbe infatti salire fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, diventando una battaglia legale dall’impatto globale.

Secondo le stime, una conferma definitiva del blocco dei dazi potrebbe muovere migliaia di miliardi di dollari nel commercio internazionale, ridisegnando le relazioni economiche tra Washington e il resto del mondo.

Il braccio di ferro tra potere esecutivo e giudiziario

Questa vicenda rappresenta molto più di un semplice contenzioso doganale: è il simbolo di un conflitto istituzionale profondo tra la presidenza e la magistratura, tra l’autorità del governo e il rispetto delle regole costituzionali.

Nel cuore di questo scontro c’è una domanda centrale: fino a che punto un presidente può agire in autonomia, invocando lo stato d’emergenza? La risposta, almeno per ora, sembra orientarsi verso una limitazione netta del potere esecutivo in ambito commerciale.