"Teoricamente, se proseguissimo sottoterra per 9 chilometri, raggiungeremmo il punto in cui i terremoti si sono generati", spiega Stefano Pucci, coordinatore del gruppo Emergeo, il servizio di emergenza geologica dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. In alcuni punti la "crepa" è così profonda che sembra arrivare al centro della terra: "Mai visto nulla di simile. E' la deformazione del terreno causata da un terremoto più grande che si sia mai osservata in Italia". E' una novità anche nella storia della geologia. "Abbiamo misurato uno spostamento verticale massimo di 1,3 metri e di 50 centimetri in orizzontale.
Se fossimo stati qui al momento del sisma, avremmo visto un pezzo del costone della montagna scivolare verso il basso, e la pietra denudarsi dopo alcune decine di migliaia di anni passati nel sottosuolo".
La mappatura di questa frattura è fondamentale perché insieme al database delle faglie attive in Italia, le immagini dei satelliti che mostrano la deformazione dei terremoti può forse permettere di andare oltre all'imprevedibilità dei sismi.